Avvistamento piemontese
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Avvistamento piemontese
Admin Sab Gen 03, 2009 11:35 am
inserisco un paio di foto di un avvistamento quantomeno inusuale.
Si tratta di un avvoltoio che veleggia sulle prealpi piemontesi tra le province di Biella e Vercelli.
Aspettiamo notizie specifiche da Lucio
Si tratta di un avvoltoio che veleggia sulle prealpi piemontesi tra le province di Biella e Vercelli.
Aspettiamo notizie specifiche da Lucio
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Re: Avvistamento piemontese
gino pezzano Dom Gen 04, 2009 12:25 pm
Interessante, chissà da dove arriva?
Sarà fuggito da qualche voliera o proverrà da qualche popolazione alpina?
Non ero a conoscenza della presenza di questi animali nell'arco alpino.
Sarà fuggito da qualche voliera o proverrà da qualche popolazione alpina?
Non ero a conoscenza della presenza di questi animali nell'arco alpino.
gino pezzano-
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Re: Avvistamento piemontese
Admin Dom Gen 04, 2009 12:28 pm
Il grifone (Gyps fulvus).
E’ uno degli uccelli più grandi della fauna italiana, con un’apertura alare compresa tra 2,3 e 2,7 metri. Il peso varia tra i 7,5 e gli 11 kg. Non c’è dimorfismo sessuale ed gli adulti hanno un mantello fulvo con ali e coda nere. I giovani sono distinguibili dagli adulti, non sempre facilmente, per alcune parti del mantello più scure che gli adulti. L’abito completo di adulto viene rivestito in circa 7 anni. Si ciba di animali perlopiù morti, in questo è un classico avvoltoio, sia che si trattino di animali selvatici che domestici (soprattutto di animali allo stato brado, come ovini-caprini).
In tempi storici diffuso su gran parte della Penisola, è sparito nel corso del XIX° e XX° secolo da molte aree italiane continentali per la persecuzione da parte dell’uomo, che lo ha sterminato col fucile e coi bocconi avvelenati, a volte messi per sbarazzarsi di altri animali (lupi e volpi soprattutto). Sopravvissuto sino a metà anni Sessanta in Sicilia, mentre non è mai scomparso dalla Sardegna, che ha sempre ospitato la popolazione più “grande”. Il termine è stato messo tra virgolette in quanto si è passato da un migliaio di capi stimati all’inizio del XX° secolo a meno di un centinaio negli Anni Ottanta. La situazione ancor oggi, nonostante un programma di reinserimento in Sardegna di grifoni spagnoli, pare ancora critica, ma in miglioramento.
Nel frattempo in continente sono partiti alcuni progetti di reintroduzione: in Friuli, in Lazio e in Sicilia, che liberando decine e decine di soggetti, alcuni dei quali ora si riproducono già per conto loro in natura, hanno riportato i grifoni in molte zone d’Italia, questo perché alcuni dei soggetti rilasciati hanno percorso anche 900 km dal luogo di liberazione. Se a queste iniziative si somma la presenza di una bella colonia naturale di grifoni sulle coste dalmata, i cui soggetti in estate-autunno frequentano le zone alpine di Friuli e Veneto, si capisce perché il grifone sta sempre più colonizzando anche la parte settentrionale dello Stivale, in particolare le zone montane, dove si trovano molti ungulati selvatici e grosse greggi di pecore brade.
Se il grifone è più comune nella parte orientale delle Alpi è stata una vera sorpresa osservare e fotografare un soggetto adulto il 21 luglio 2006 in Piemonte, ai piedi delle Alpi Pennine sul Monte Barone di Coggiola, a circa 2.000 metri di quota.
Speriamo che questa segnalazione sia di buon auspicio per il ritorno del grifone anche in questa parte delle Alpi. L’uomo “malvagio” può distruggere, ma l’uomo “buono” può ricostruire: questo è proprio il caso dell’avvoltoio grifone. Questo ci fa sperare che in futuro, cooperando insieme nella salvaguardia degli animali selvatici, si possa far tornare altre specie allontanate dalla furia dell’Homo sapiens.
Lucio Bordignon per Pappasardus
E’ uno degli uccelli più grandi della fauna italiana, con un’apertura alare compresa tra 2,3 e 2,7 metri. Il peso varia tra i 7,5 e gli 11 kg. Non c’è dimorfismo sessuale ed gli adulti hanno un mantello fulvo con ali e coda nere. I giovani sono distinguibili dagli adulti, non sempre facilmente, per alcune parti del mantello più scure che gli adulti. L’abito completo di adulto viene rivestito in circa 7 anni. Si ciba di animali perlopiù morti, in questo è un classico avvoltoio, sia che si trattino di animali selvatici che domestici (soprattutto di animali allo stato brado, come ovini-caprini).
In tempi storici diffuso su gran parte della Penisola, è sparito nel corso del XIX° e XX° secolo da molte aree italiane continentali per la persecuzione da parte dell’uomo, che lo ha sterminato col fucile e coi bocconi avvelenati, a volte messi per sbarazzarsi di altri animali (lupi e volpi soprattutto). Sopravvissuto sino a metà anni Sessanta in Sicilia, mentre non è mai scomparso dalla Sardegna, che ha sempre ospitato la popolazione più “grande”. Il termine è stato messo tra virgolette in quanto si è passato da un migliaio di capi stimati all’inizio del XX° secolo a meno di un centinaio negli Anni Ottanta. La situazione ancor oggi, nonostante un programma di reinserimento in Sardegna di grifoni spagnoli, pare ancora critica, ma in miglioramento.
Nel frattempo in continente sono partiti alcuni progetti di reintroduzione: in Friuli, in Lazio e in Sicilia, che liberando decine e decine di soggetti, alcuni dei quali ora si riproducono già per conto loro in natura, hanno riportato i grifoni in molte zone d’Italia, questo perché alcuni dei soggetti rilasciati hanno percorso anche 900 km dal luogo di liberazione. Se a queste iniziative si somma la presenza di una bella colonia naturale di grifoni sulle coste dalmata, i cui soggetti in estate-autunno frequentano le zone alpine di Friuli e Veneto, si capisce perché il grifone sta sempre più colonizzando anche la parte settentrionale dello Stivale, in particolare le zone montane, dove si trovano molti ungulati selvatici e grosse greggi di pecore brade.
Se il grifone è più comune nella parte orientale delle Alpi è stata una vera sorpresa osservare e fotografare un soggetto adulto il 21 luglio 2006 in Piemonte, ai piedi delle Alpi Pennine sul Monte Barone di Coggiola, a circa 2.000 metri di quota.
Speriamo che questa segnalazione sia di buon auspicio per il ritorno del grifone anche in questa parte delle Alpi. L’uomo “malvagio” può distruggere, ma l’uomo “buono” può ricostruire: questo è proprio il caso dell’avvoltoio grifone. Questo ci fa sperare che in futuro, cooperando insieme nella salvaguardia degli animali selvatici, si possa far tornare altre specie allontanate dalla furia dell’Homo sapiens.
Lucio Bordignon per Pappasardus
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