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Messaggio  Admin Mer Gen 14, 2009 11:26 pm


Norme pratiche:
l'inanellamento

Spesso in ornicoltura si ricorre alla pratica di fissare un anellino alla zampa dei nostri amici alati per individuarli.
Esistono due tipi di anello: uno chiuso e uno aperto; entrambi sono reperibili di varie misure a seconda delle specie e razze cui sono destinati.
Gli anelli chiusi sono generalmente di metallo (alluminio, metallo duro o acciaio)e recano incisi, l'anno di nascita, un numero progressivo matricola (che appunto permette la distinzione del soggetto) e le iniziali dell'allevatore oppure il suo numero di registro se è iscritto ad un'associazione ornitologica.

Gli anelli chiusi, che devono essere applicati quando gli uccellini sono nidiacei ancora implumi (in genere all'età di una settimana circa) e che non possono venir più sfilati una volta che la zampa ha raggiunto il massimo sviluppo, costituiscono un segno di assoluta garanzia.

Non si dimentichi che per tutti gli uccelli (per esempio, gli Ondulati, i pappagalli, gli indigeni, gli esotici e tutte le razze di Canarini), l'ammissione alle esposizioni è possibile soltanto se i soggetti iscritti risultano muniti di anello inamovibile e regolamentare.

L'apposizione dell'anello chiuso ai nidiacei non presenta difficoltà, anche se le prime volte può imbarazzare i novizi.

Non è possibile dire il giorno preciso in cui compiere l'operazione: dipende dallo sviluppo del nidiaceo.
Generalmente, tuttavia, conviene non effettuarla prima del sesto giorno e dopo il nono: un inanellamento precoce, infatti, può risultare inutile perché l'anellino fuoriesce facilmente dalla zampetta ancora troppo minuta, mentre uno tardivo, quando l'arto è ormai eccessivamente sviluppato, oltre che essere più difficile, può comportare serie lesioni alla zampa dell'uccellino.
Per l'applicazione si proceda nel modo seguente:
si prende il nidiaceo nella mano sinistra e con il pollice e l'indice si mantenga ben tesa la zampetta, in modo che le tre dita anteriori risultino unite e allungate in avanti, mentre quello posteriore sia ripiegato all'indietro e, possibilmente, tenuto aderente alla gamba.
Con la mano destra, quindi, si infili l'anellino, introducendo dapprima le tre dita anteriori contemporaneamente e poi spingendolo (magari aiutandosi con lente e caute rotazioni) lungo la gamba, fino a svincolare il dito posteriore.
Se l'anello stentasse a entrare, si unga la zampina con un po' d'olio o di vaselina: infatti, non bisogna mai forzare troppo, altrimenti si rischia di ferire o storpiare l'arto della bestiola.
L'anello può, pur essendo stato spinto fino a raggiungere il punto di articolazione della gamba, il più delle volte ostacolare lo svincolo completo del dito posteriore: non ci si spaventi, questo è abbastanza flessibile da poter essere liberato piegandolo leggermente.

Per quanto concerne i Pappagalli, data la diversa conformazione della loro zampa (due dita anteriori e due posteriori), esiste un secondo metodo di inanellamento, sebbene non molto dissimile dal precedente: la sola differenza, infatti, è che le dita da tenere tese in avanti e introdurre per prime sono due anziché tre, e che quelle da ripiegare all'indietro di conseguenza sono due anziché una.

Non sempre la madre si abitua subito alla vista degli insoliti oggetti infilati nelle zampette dei propri piccoli, ma anzi per qualche tempo (di solito per le prime ore successive all'inanellamento) tenta di toglierli: ciò non le riuscirà se l'applicazione non è stata precoce, tuttavia il giorno seguente è bene controllare che nessun anellino sia stato sfilato (nel qual caso l'operazione dovrà ovviamente essere ripetuta).

In ragione di quanto suddetto, è anche buona norma procedere all'inanellamento verso sera, allorquando le madri sono stanche e meno inclini a interessarsi degli anelli; questi ultimi, d'altra parte, con il loro luccicore contribuiscono non poco ad attirare l'attenzione della genitrice e, pertanto, converrà oscurarli, (quando, beninteso, non siano di quelli anche colorati), dipingendoli ad esempio con un pennarello. Usando gli anelli chiusi, può talvolta verificarsi il caso che per una puntura di zanzara o per altro motivo la gamba si gonfi in corrispondenza dell'anello così che questo non solo non scorre più, ma risulta affondato ed imprigionato nel gonfiore stesso.
Si rende allora necessario un tempestivo intervento, consistente nel taglio dell'anello. L'operazione presenta spesso soverchie difficoltà, per cui è bene affidarsi a persone esperte o ad un veterinario, anche perché una buona riuscita presuppone l'uso di strumenti adatti.


Nessun problema invece sussiste qualora si usino gli anelli aperti, soprattutto se ci si avvale dell'apposito attrezzo posto in vendita con gli anelli stessi.
Naturalmente, adottando questo tipo di inanellamento viene a mancare la garanzia che gli uccelli siano stati riprodotti dall'allevatore, giacché l'applicazione dell'anellino può essere fatta in qualsiasi momento della loro vita.
Resta comunque il vantaggio della possibilità di contrassegnare anche quei determinati uccelli che non si riproducono in cattività oppure che lo fanno ma continuando ad essere talmente timidi e paurosi da sconsigliare qualsiasi intervento nel loro nido da parte dell'ornicoltore (quindi anche l'inanellamento). Logicamente quanto appena detto non ha valore nel caso in cui per allevare tali specie si ricorre all'uso di balie docili e domestiche.

Harold Sodaman

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